Ricordo come fosse ieri la mia prima visita al Palazzo Borromeo, sull’Isola Bella, vicino a Stresa sul Lago Maggiore. Avevo solo 7 o 8 anni, e la curiosità di un bambino mi spingeva a correre davanti a tutti durante la visita guidata, desideroso di trovarmi in prima fila. Volevo ascoltare ogni parola della guida, e cercavo di guadagnare la migliore visuale possibile, considerando la mia statura non proprio imponente di allora.
Con il trascorrere degli anni, sono ritornato molte volte in questo luogo che per me ha il sapore di una fiaba. Ogni volta, portavo a casa con me qualche immagine, un frammento di quella magia. In una di queste visite, mi trovai davanti alla Venere Nuda di Gaetano Monti, ispirata alla Ninfa dormiente del Canova. Ricordo di averla fotografata, catturato dalla sua bellezza eterea. Quest’opera è custodita nelle “Grotte” del palazzo, un’ambientazione che sembra quasi una moderna installazione artistica.
Tuttavia, la sensualità di questa statua, che traspare in modo neanche troppo velato, non fu sempre apprezzata da tutti. Ricordo di aver letto che Gilberto V Borromeo, di fronte alle rimostranze di alcuni ospiti più pudibondi, pensò addirittura di liberarsi dell’opera. Fortunatamente, questo progetto non venne mai realizzato, permettendoci oggi di ammirare senza turbamento la perfezione di quest’opera d’arte.
E per concludere con un aneddoto personale, legato a quella mia prima visita da bambino: indossavo un cappello di paglia, tipo borsalino, che era decisamente troppo grande per la mia testa. In un momento della visita, la guida, notandomi sempre in prima fila con questo cappello calato fino alle orecchie, lo afferrò all’improvviso e se lo mise sulla testa. Questo gesto inaspettato scatenò le risate di tutti i presenti. Io rimasi lì, sorpreso e un po’ imbarazzato, senza sapere se ridere anch’io o cosa fare. Quel momento, così leggero e giocoso, è rimasto impresso nella mia memoria, un ricordo dolce e divertente di quella mia prima incursione nel mondo dell’arte.