Nel cuore vibrante del Seicento fiammingo, ogni opera d’arte racchiudeva un cosmo di significati, un tessuto di racconti intessuti di simbolismo e acute osservazioni della vita quotidiana. Le creazioni di Theodor Rombouts, in particolare, sono un affresco vivido di questi narrativi multisensoriali, capolavori ove la filosofia di Aristotele danza con la pigmentazione dell’olio su tela.
Mentre i sensi umani trovano la loro apoteosi in queste opere, vi è una tela di Rombouts che attira l’attenzione come poche altre. Vi si dispiega una scena di commensali, dove ogni gesto e sguardo evoca uno dei cinque sensi, e dove il silenzio delle nature morte è rotto dal brusio di un’esistenza pulsante.
La vista, regina dei sensi, è invocata dalla scintillante lucentezza di uno specchio che cattura non solo l’immagine di un anziano, ma anche l’essenza riflessiva della scena. Segue l’udito, melodia che si libra nell’aria dal tocco delle corde di un liuto, intonando una sinfonia per l’anima. Poi, con una delicatezza che sfiora il sacro, il tatto si manifesta: le dita di un uomo, che non vedono ma sentono, tracciano i contorni di busti scolpiti, raccontando una storia di conoscenza al di là della vista.
Il gusto è reso tangibile non solo dalla possibilità di un vino inebriante, ma anche dalle sfumature del racconto che il vino stesso porta con sé, una storia di divinità e di terre lontane, un invito al viaggio sensoriale che parte dalla brocca e si spande per tutta la tela. Accanto, l’aglio, re dell’olfatto, completa la sinfonia dei sensi con la sua presenza pungente e decisa.
Oltre il visibile, la tela invita a esplorare un livello più profondo di interazione, dove la texture dei tessuti e la scelta cromatica non sono semplici dettagli, ma chiavi per accedere a emozioni e sensazioni quasi palpabili. Rombouts non si limita a rappresentare i sensi, ma invita a utilizzarli per decifrare il linguaggio nascosto della sua arte.
Nella sua composizione, nulla è casuale: ogni elemento, dalla frutta sul tavolo all’ornamento sul vestito di una donna, è una nota in una partitura più ampia, un indizio che compone una narrazione senza tempo. Questa è l’arte fiamminga: un invito a mettere in pausa la fretta quotidiana e a immergersi in un mondo dove la vista, l’udito, il tatto, il gusto e l’olfatto sono i protagonisti di un dramma senza parole.
In ogni dettaglio, c’è un frammento di vita, un’esperienza da assaporare, e con questa guida, il lettore viene portato per mano alla scoperta dei segreti celati nelle pieghe di una tela. Queste opere attendono pazientemente che qualcuno si soffermi a decodificare i loro enigmi, promettendo rivelazioni a chi è disposto a guardare, e soprattutto, a sentire oltre il visibile.