“Io ho ritenuto e ritengo che le anime siano immortali… I Cattolici insegnano che non passano da un corpo in un altro, ma vanno in Paradiso, nel Purgatorio o nell’Inferno. Ma io ho ragionato profondamente e, parlando da filosofo, poiché l’anima non si trova senza corpo e tuttavia non è corpo, può essere in un corpo o in un altro, o passare da un corpo all’altro. Questo, se anche può non esser vero, è almeno verosimile, secondo l’opinione di Pitagora.”
(Giordano Bruno)
L’immortalità dell’anima secondo Giordano Bruno
Introduzione
Giordano Bruno (1548-1600) è stato un filosofo, astronomo e scrittore italiano, noto per le sue teorie innovative sull’universo infinito e la pluralità dei mondi. Nato a Nola, entrò nell’ordine domenicano ma ne fu espulso per le sue idee eretiche. Giordano Bruno propose una cosmologia in cui l’universo è infinito e composto da infiniti mondi abitati, andando oltre il sistema copernicano. Il suo pensiero era influenzato dall’ermetismo, dal neoplatonismo e dal rinascimento magico. Arrestato dall’Inquisizione nel 1592, fu condannato al rogo nel 1600 per eresia. Giordano Bruno ha anticipato concetti moderni di cosmologia e filosofia, nonostante le controversie del suo tempo.
La Concezione Teologica dell’Anima
Giordano Bruno ha affrontato tematiche centrali sulla natura dell’anima e il suo destino post-mortem. Il suo pensiero si distingue per una combinazione di teologia cattolica e speculazione filosofica, che spesso lo ha portato in conflitto con le dottrine ortodosse del suo tempo. Giordano Bruno dichiara che, secondo la dottrina cattolica, le anime sono immortali e sussistenti. Seguendo questa prospettiva, le anime non migrano tra corpi diversi ma vanno in paradiso, purgatorio o inferno dopo la morte. Questa visione riflette la tradizionale concezione cristiana dell’aldilà, dove l’anima riceve la sua ricompensa o punizione eterna basata sulle azioni compiute in vita.
La Speculazione Filosofica
Accanto alla visione teologica, Giordano Bruno introduce una speculazione filosofica sull’immortalità dell’anima. Egli propone che, essendo l’anima una sostanza sussistente e indipendente dal corpo, potrebbe teoricamente migrare da un corpo all’altro. Questa idea si ispira alla dottrina della metempsicosi di Pitagora, che sosteneva la trasmigrazione delle anime tra corpi diversi. Giordano Bruno riconosce che questa teoria potrebbe non essere accettata come verità assoluta, ma la considera comunque verosimile e degna di riflessione filosofica.
Il Dualismo di Giordano Bruno
Giordano Bruno utilizza un approccio metodologico duale per esplorare il concetto di immortalità dell’anima. Da un lato, accetta e riconosce la posizione teologica della Chiesa cattolica. Dall’altro, esplora filosoficamente la possibilità che l’anima possa esistere in più corpi successivamente. Questa duplice visione gli consente di navigare tra le ortodossie religiose e le speculazioni filosofiche senza compromettere apertamente la sua posizione.
L’Influenza del Neoplatonismo e dell’Ermetismo
Le idee di Giordano Bruno sull’anima sono fortemente influenzate dal neoplatonismo e dall’ermetismo, che enfatizzano la natura eterna e universale dell’anima. Il neoplatonismo, in particolare, vede l’anima come parte di un’anima del mondo più grande, comune a tutto l’universo. Questa visione universale si contrappone alla concezione cristiana dell’anima individuale e personale.
La Rivoluzione del Pensiero Giordano Bruno
Giordano Bruno non si limita a contestare la dottrina cattolica, ma invita ad una riflessione più ampia sulla natura dell’esistenza e sulla continuità dell’anima. Egli sottolinea l’importanza del dibattito razionale e filosofico in questioni esistenziali, riconoscendo le limitazioni della conoscenza umana. Questo approccio aperto e innovativo ha reso il suo pensiero influente e rilevante fino ai giorni nostri, nonostante le persecuzioni che ha subito in vita.
Conclusione
Giordano Bruno, con le sue idee sull’immortalità dell’anima, ha sfidato le concezioni tradizionali del suo tempo, proponendo una visione filosofica e teologica complessa e sfaccettata. La sua capacità di integrare diverse correnti di pensiero e di promuovere un’indagine filosofica aperta ha lasciato un’impronta duratura nella storia del pensiero umano.
In definitiva, Giordano Bruno ha utilizzato un approccio metodologico che unisce teologia e filosofia per esplorare la natura dell’anima e la sua possibile trasmigrazione, contribuendo così ad arricchire il dibattito sull’immortalità e sulla continuità dell’esistenza. Questa apertura intellettuale è uno dei motivi per cui, nonostante le controversie e le persecuzioni subite in vita, la sua eredità filosofica continua a essere riconosciuta e studiata fino ai giorni nostri.
Trascrizione fedele dell’interrogatorio del 2 giugno 1592:
«Ei dictum: Adonque voi tenete che l’anime siano immortali et che non passino d’un corpo ad un altro, come si ha informatione che habbiate già detto? Respondit: Io ho tenuto et tengo che l’anime siano immortali et che siano substantie subsistente, cioè l’anime intellettive, et che, catholicamente parlando, non passino da un corpo all’altro, ma vadino o in paradiso o in purgatorio o in inferno; ma ho ben raggionato, et seguendo le raggion filosofiche, che, essendo l’anima subsistente senza il corpo et inexistente nel corpo, possa col medesmo modo che è in un corpo essere in un altro, et passar de un corpo in un altro: il che se non è vero, par almeno verisimile l’opinione di Pittagora».