Il 28 gennaio, giorno dedicato alla memoria di San Tommaso d’Aquino (1225-1274), figura eminente della Chiesa Cattolica e del pensiero occidentale, ci porta a riflettere sulla sua iconografia nell’arte. Tommaso, frate domenicano, teologo e filosofo, si è guadagnato l’appellativo di “Doctor Angelicus” per la profondità e la purezza del suo pensiero. Le sue idee hanno lasciato un’impronta indelebile non solo nella teologia ma anche nelle arti visive.
Nel dipinto “San Tommaso d’Aquino scrive assistito dagli angeli” di Guercino, custodito nella Basilica di San Domenico a Bologna, la figura di San Tommaso è intensamente rappresentata nel fervore della composizione teologica. La scena è intrisa di un’aura di sacralità e concentrazione, con il santo ritratto seduto, immerso nella sua opera, simbolo della sua dedizione allo studio e alla riflessione. Gli angeli che lo affiancano non sono semplici spettatori, ma partecipi attivi del suo processo creativo, suggerendo una connessione celestiale che guida la sua penna.
Il Guercino, con la sua abilità nel catturare l’intensità emotiva e la spiritualità dei suoi soggetti, conferisce a questa tela una qualità quasi eterea. Gli angeli, resi con colori vivaci e gesti espressivi, sono rappresentati nel momento in cui ispirano e confortano il santo, ciascuno in un atteggiamento che riflette un aspetto diverso dell’ispirazione divina: dall’annuncio, al sostegno, all’illuminazione.
La composizione del dipinto conduce l’occhio dello spettatore verso il volto pensoso di San Tommaso, evidenziando la profondità della sua meditazione teologica. La presenza di libri e documenti sul tavolo accanto a lui non è solo un dettaglio realistico ma sottolinea anche la vastità del suo intelletto e la portata della sua erudizione. Guercino, quindi, non solo celebra San Tommaso come santo, ma anche come pilastro del pensiero cristiano, un intellettuale che incarna l’unione tra la fede e la ragione. Il tavolo, solido e funzionale, simboleggia la base terrena della sua ricerca della verità, mentre la luce che penetra nella stanza e illumina la scena sottolinea la presenza dello spirituale nel processo intellettuale.
Segue poi la rappresentazione di Diego Velázquez (1599-1660) in “San Tommaso d’Aquino” (1632, Cattedrale di Orihuela, Spagna). Velázquez, conosciuto per il suo realismo e la sua abilità nel catturare l’essenza dei suoi soggetti, offre una visione più umana e accessibile del santo, sottolineando la sua saggezza e il suo ruolo guida nella Chiesa.
Al centro della scena è raffigurato San Tommaso, il cui saio nero e il volto concentrato ci trasmettono immediatamente la sua profonda devozione e il suo impegno intellettuale. Il santo è rappresentato in un momento di ispirazione divina: un angelo gli sussurra all’orecchio, simboleggiando la guida celeste che lo informa nella stesura delle sue opere teologiche. La presenza dell’angelo, con la sua carnagione rosea e il drappeggio morbido del suo abito, aggiunge una dimensione soprannaturale all’opera, enfatizzando la connessione tra il santo e il divino.
Velázquez utilizza una tavolozza di colori caldi e terrosi per creare un senso di vicinanza e intimità, portando lo spettatore all’interno dello studio del santo. La luce che penetra dalla finestra in fondo illumina delicatamente la scena, mettendo in risalto il volto pensieroso di San Tommaso e il bianco del saio che indossa, simbolo della purezza e della sua appartenenza all’ordine domenicano.
Ogni dettaglio è attentamente pensato per comunicare la saggezza e il ruolo di guida del santo: i libri sparsi sul pavimento e il piccolo tavolo da lavoro con un inchiostro e una penna pronti all’uso riflettono l’intenso lavoro intellettuale e la sua dedizione alla scrittura e allo studio. Questi elementi, insieme al crocefisso appena visibile sul pilastro in secondo piano, sottolineano l’importanza della fede e dell’opera teologica nella vita di San Tommaso.
Il realismo di Velázquez emerge non solo nella rappresentazione fisica del santo e degli angeli, ma anche nella rappresentazione della profondità emotiva e psicologica del suo soggetto. La postura del santo, piegato in avanti in un gesto di umile ricezione della conoscenza celeste, esprime la sua umiltà e il suo ardente desiderio di comprensione spirituale.
È notevole come Velázquez riesca a bilanciare la composizione tra la presenza terrena del santo e l’intervento divino degli angeli, creando un ponte visivo che collega il cielo e la terra. La maestria tecnica dell’artista, unita alla sua capacità di evocare la vita interiore dei suoi soggetti, rende questo dipinto un esempio eloquente della sua opera e un ricco documento visivo che continua a parlare alle generazioni future sulla figura di San Tommaso d’Aquino.
Carlo Crivelli (1430-1495), nel suo ritratto del Santo (1476, National Gallery, Londra), illustra la complessità del dialogo tra fede e ragione. La figura del Santo, con il volto pensoso e severo, è incorniciata da un saio domenicano, rivelando immediatamente la sua affiliazione all’Ordine dei Predicatori. Non è solo l’abito a parlare, ma anche il nimbo dorato che splende dietro la sua testa, simbolo della sua santità e della sua guida illuminata.
Nell’immagine, San Tommaso tiene in mano un libro aperto, che occupa un ruolo centrale nel dipinto. Il testo, dettagliatamente illustrato, può essere visto come il corpus del suo lavoro, la Summa Theologica, che rappresenta un tentativo eroico di sintetizzare la teologia cristiana e la filosofia peripatetica. La presenza del sole raggiante sul petto del Santo, che irradia luce, simboleggia la verità divina e la conoscenza, l’illuminazione intellettuale che San Tommaso ha cercato di diffondere attraverso i suoi scritti.
L’edificio rappresentato accanto a lui potrebbe alludere alla solidità delle istituzioni cristiane o forse simboleggiare la casa della sapienza che Tommaso ha cercato di costruire attraverso il suo lavoro di conciliazione tra la fede e la ragione. Le piante che spuntano dalla sua struttura potrebbero rappresentare la crescita e il rigoglio della conoscenza che fiorisce dalla fondazione della fede.
Nella maestosa opera “Apoteosi di san Tommaso d’Aquino” di Francisco de Zurbarán, conservata nel Museo de Bellas Artes di Siviglia, l’essenza e l’influenza del grande teologo e filosofo San Tommaso d’Aquino sono esaltate attraverso una rappresentazione che congiunge il celeste al terreno. San Tommaso è magnificamente collocato al centro della scena, un punto focale di connessione tra il divino e l’umano, rappresentato in piedi, con uno sguardo elevato verso un’assemblea di figure spirituali e intellettuali che sembrano partecipare in un dialogo trascendente.
Zurbarán utilizza il chiaroscuro per enfatizzare la figura del santo, la cui gestualità eloquente e il volto illuminato diventano simboli della sua chiarezza di pensiero e della sua erudizione. Intorno a lui, personaggi sacri e filosofi di varie epoche dimostrano, con le loro espressioni e atteggiamenti, l’ammirazione e il rispetto nei confronti dell’insegnamento del santo. La luce divina che si riversa dall’alto accentua la sua figura centrale, sottolineando l’importanza della sua opera teologica.
L’artista evoca la venerazione per San Tommaso attraverso la rappresentazione degli studiosi e dei fedeli raccolti ai suoi piedi, che guardano verso il santo con devozione e aspirazione, riflettendo il profondo impatto del suo pensiero attraverso i secoli. L’architettura in lontananza suggerisce le istituzioni accademiche e religiose che hanno custodito e diffuso le sue idee, mentre la presenza discreta della croce riafferma la sua ferma dedizione alla fede cristiana. Con questa tela, Zurbarán non solo rende omaggio a San Tommaso ma anche celebra la capacità dell’arte di fungere da ponte tra la ricerca intellettuale e la spiritualità, offrendo uno sguardo intenso su un momento di rivelazione divina che unisce cielo e terra.
San Tommaso è facilmente riconoscibile nelle opere d’arte per alcuni attributi distintivi. È sempre vestito con l’abito domenicano, una tonaca bianca con cappa e cappuccio appuntito nero, a cui talvolta si aggiunge uno scapolare bianco. Questo abbigliamento non solo segnala la sua appartenenza all’Ordine dei Predicatori, ma riflette anche la sua umiltà e dedizione alla vita religiosa.
Un altro elemento ricorrente è il sole raggiante, spesso situato sul petto del Santo, a volte sostituito da una stella. Questo simbolo rappresenta la luce della conoscenza e della saggezza che San Tommaso ha diffuso attraverso i suoi scritti e insegnamenti. In alcune opere, come nel dipinto di Carlo Crivelli, San Tommaso tiene in mano una chiesa o un libro, simboli della sua dedizione alla teologia e alla filosofia.
Le rappresentazioni di San Tommaso spesso includono scene in cui viene reso omaggio da santi, dottori della chiesa e filosofi pagani, riconoscendo così il suo impatto e il suo contributo alla cristianità e al pensiero occidentale. L’iconografia di San Tommaso d’Aquino nell’arte riflette la sua eccezionale eredità come filosofo, teologo e guida spirituale, e continua a ispirare e influenzare l’arte e il pensiero fino ai giorni nostri.