Il 1° maggio si celebra non solo una giornata di festa ma un simbolo potente delle conquiste sociali e dei diritti dei lavoratori, evocando immagini vivide come quella della tela “Il Quarto Stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Quest’opera è divenuta un’icona della lotta per la giustizia sociale e della pittura sociale, un termine che trova le sue radici storiche nel movimento del Romanticismo e nel successivo Naturalismo.
La celebrazione della Festa dei Lavoratori in Europa venne formalizzata a Parigi nel 1889 dai delegati della Seconda Internazionale e successivamente introdotta in Italia nel 1891. Tuttavia, durante il ventennio fascista, la festa fu spostata al 21 aprile, coincidendo con il Natale di Roma, per poi essere riportata al 1° maggio dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, consolidando la sua importanza come giorno di riposo nazionale.
L’arte di Pellizza da Volpedo riflette un profondo senso di empatia e di critica sociale, tipico di molti artisti del suo tempo. Nel contesto più ampio, figure come Eugène Delacroix con il suo “La Libertà che guida il popolo” e scrittori come Victor Hugo e Emile Zola, hanno utilizzato le loro opere per evidenziare le ingiustizie e promuovere un cambiamento sociale. Questi artisti, attraverso i loro dipinti e scritti, hanno portato alla luce le difficoltà e le aspirazioni delle classi lavoratrici.
L’opera “Il Quarto Stato”, specificatamente, non è solo un capolavoro artistico ma anche un manifesto politico e sociale. La sua gestazione fu lunga e intensa, con innumerevoli disegni preparatori e fotografie che aiutarono Pellizza a perfezionare ogni dettaglio, dalle espressioni dei volti alla composizione generale, culminando in un’opera che trasmette un messaggio di forza e dignità.
Il dipinto, con le sue dimensioni imponenti, crea un’esperienza quasi tangibile per gli spettatori, che si trovano faccia a faccia con le figure rappresentate, sentendo la loro determinazione e il loro desiderio di rispetto. “Il Quarto Stato” non solo cattura un momento di lotta ma incarna lo spirito di un’epoca, collegandosi strettamente a eventi reali, come la marcia delle mondine del 1906, immortalata da Andrea Tarchetti, che ricorda vividamente la determinazione dei lavoratori a rivendicare i loro diritti.
Attraverso queste narrazioni artistiche e storiche, possiamo apprezzare la profonda interconnessione tra arte, storia e lotta sociale, che continua a ispirare e a informare le generazioni presenti e future sulla importanza della solidarietà e della giustizia sociale.