L’opera intitolata “Il Libro della Vita” di Giorgio Dal Piva, esposta nel Museo dedicato a Papa Giovanni Paolo I a Canale d’Agordo, il paese natale di Papa Luciani, è una scultura che invita a una profonda riflessione sull’essenza stessa dell’esistenza. Questo museo non è solo un luogo di celebrazione della vita e delle opere di Papa Luciani, ma anche uno spazio che ospita arte capace di stimolare il pensiero e il dialogo interiore.
La scultura rappresenta un libro aperto, realizzato con materiali naturali come il tiglio, la quercia-rovere e il pero. Le pagine di questo volume sono scolpite in modo tale da sembrare vive, come se avessero subito il passaggio del tempo, e presentano una particolarità affascinante: un seme, simbolo della Vita stessa, che ha lasciato la sua impronta indelebile nel legno.
Dal punto di vista artistico, l’opera si distingue per la maestria con cui l’artista ha trasformato il legno, materia solida e immutabile, in qualcosa di apparentemente fluido e dinamico. Le pagine del libro non sono piatte e rigide, ma sembrano cedere sotto il peso del seme, come se fossero state modellate dalla forza vitale che esso rappresenta. Le due depressioni scolpite nelle pagine suggeriscono un’interazione profonda tra la Vita e il Tempo, come se il passaggio di quest’ultimo avesse plasmato e segnato il libro stesso.
Filosoficamente, “Il Libro della Vita” è un potente simbolo dell’impatto che la vita, in tutte le sue forme, lascia sul mondo. Il seme, che rappresenta l’origine e la potenzialità di tutte le cose, imprime la sua presenza nelle pagine del libro, simboleggiando l’influenza che ogni essere vivente ha sul proprio ambiente e sulle generazioni future. L’opera ci invita a riflettere su ciò che significa lasciare un’impronta, su come ogni azione, pensiero e vita stessa influenzi il corso della storia.
In un contesto come quello di Canale d’Agordo, dove la memoria di Papa Luciani è viva e presente, “Il Libro della Vita” assume un significato ancora più profondo. Diventa un invito a considerare l’eredità spirituale e morale che ciascuno di noi lascia dietro di sé, un richiamo a vivere in modo consapevole e responsabile, sapendo che ogni nostro gesto contribuisce a scrivere le pagine di un libro che sarà letto dalle generazioni future.
In definitiva, “Il Libro della Vita” di Giorgio Dal Piva non è solo un’opera da contemplare, ma un viaggio interiore che ci spinge a riflettere sul nostro ruolo nel grande racconto della vita. Attraverso la scultura, l’artista ci ricorda che siamo tutti parte di un ciclo più ampio, in cui ogni seme, ogni vita, lascia un segno che persisterà nel tempo.