Nel 1860, nella vibrante Parigi dell’epoca, Edouard Manet (1832-1883) diede vita a un’opera straordinaria che sarebbe poi stata conosciuta come “Il chitarrista spagnolo”. Tuttavia, in un modo più preciso, avrebbe dovuto essere intitolato “Il FALSO chitarrista spagnolo”.
Questa tela fu esposta con onore al Salon, una prestigiosa esposizione periodica di pittura e scultura tenutasi presso il magnifico Louvre nel 1861. Edouard Manet, con il suo capolavoro, guadagnò una “mention honorable”, dimostrando il suo talento indiscusso. Ma cosa rende “falso” questo chitarrista?
La risposta è sorprendentemente semplice: tiene la chitarra in modo inconsueto, da mancino! Non è che non esistano chitarristi mancini; ne ho conosciuti personalmente. Tuttavia, se questo musicista fosse stato veramente mancino e un chitarrista abile, il suo strumento sarebbe stato costruito appositamente per lui.
Ma come si fa a capire che la chitarra è progettata per destrimani e non per mancini? Due dettagli svelano questo segreto agli occhi degli intenditori.
Il primo dettaglio, sebbene non troppo evidente, riguarda lo spessore delle corde: le note gravi richiedono corde più spesse rispetto a quelle acute. In questo dipinto, osservando con attenzione, si può notare un leggero cambiamento di spessore delle corde, sottolineando chiaramente che la chitarra è stata suonata in modo rovesciato.
Il secondo indizio è ancor più sorprendente, evidenziato nell’immagine ravvicinata della chitarra. Si tratta della disposizione dei tasti, posizionati direttamente sulla cassa armonica. Questi tasti servono a ottenere le note più acute dello strumento e sono generalmente riservati alle corde acute, che si trovano nella parte inferiore quando la chitarra viene suonata correttamente. In questo caso, sono posizionati nella parte superiore!
Naturalmente, alcuni potrebbero far notare che il celebre chitarrista rock Jimi Hendrix (1942-1970) suonava una chitarra per destrimani, anche se la suonava da mancino, invertendo l’ordine delle corde. Ma questa è un’altra storia 🙂
Vale la pena notare che per me, che ho studiato e insegnato chitarra classica per molti anni, la comprensione di questo dipinto è stata agevole, un vero e proprio “gioco casalingo”.
Dettaglio molto interessante, non ho trovato nessun’altra fonte che lo spiegasse in maniera così meticolosa, complimenti.