Giovanni Antonio Bazzi: Il Sodoma, tra realtà e leggenda

Nel campo dell’arte rinascimentale, poche figure sono state così avvolte nel mistero e nella controversia come Giovanni Antonio Bazzi, noto come Il Sodoma. La sua vita e le sue opere oscillano tra l’acclamazione di genio e le oscure voci che hanno segnato la sua reputazione.

Vasari e Il Sodoma

Ne “Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani” di Giorgio Vasari, Il Sodoma è ritratto come un personaggio eccentrico e stravagante. Sebbene Vasari riconosca il talento del pittore, spesso lo critica per la sua mancanza di disciplina e serietà, dipingendolo come un artista che sprecava il suo potenziale. Vasari narra aneddoti curiosi, come la predilezione di Bazzi per tenere animali esotici, tra cui un babbuino, nella sua casa-studio.

Nella riflessione di Vasari sul destino e la fortuna degli artisti, emerge una critica sottesa alla carriera e alla condotta di Giovanni Antonio Bazzi, noto come Il Sodoma. Secondo Vasari, la fortuna da sola non può garantire successo e ricchezza; deve essere accompagnata da una solida etica del lavoro e una dedizione incessante alla propria arte. L’idea centrale che emerge è che una buona fortuna non sfruttata a dovere può rivelarsi una maledizione in maschera.

Quando Bazzi giunse a Siena, portato dai mercanti degli Spannocchi, la fortuna sembrava sorridere su di lui. Non avendo concorrenza per un certo periodo, Bazzi ebbe l’opportunità unica di lavorare praticamente da solo nella città. Sebbene ciò gli abbia garantito un certo successo iniziale, Vasari suggerisce che questo ha avuto un effetto negativo sulla sua crescita artistica. Poiché non si sentiva spinto dalla competizione, Bazzi non cercò di migliorare ulteriormente le sue abilità, lavorando spesso “per pratica” piuttosto che per passione.

Vasari critica anche Bazzi per non aver studiato abbastanza, limitandosi a disegnare opere di Iacopo dalla Fonte, che erano all’epoca molto apprezzate. Sebbene Bazzi avesse fatto molte amicizie a Siena grazie ai suoi ritratti e alla naturale inclinazione dei senesi verso gli stranieri, Vasari suggerisce che la sua popolarità derivava più dalla sua personalità affabile che dal suo vero talento artistico.

Il giudizio di Vasari su Bazzi è chiaro: un artista che, pur avendo avuto la fortuna dalla sua parte, non ha sfruttato appieno le sue opportunità, finendo per sprecare il suo potenziale e vivere in maniera “stratta e bestiale”, conducendosi infine a una vecchiazza di stenti.

Dalla descrizione di Vasari delle eccentricità del Sodoma, emergono altre questioni che hanno suscitato curiosità e dibattito attraverso i secoli, in particolare riguardo alla sua identità personale e sessuale.

Giorgio Vasari - Le vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani
Giorgio Vasari - Le vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani

Omosessualità e Il Sodoma

La sessualità di Giovanni Antonio Bazzi, meglio conosciuto come Il Sodoma, ha suscitato curiosità e dibattito. Il nome “Sodoma”, che evoca dirette connotazioni bibliche associate al peccato e all’omosessualità, ha indotto molte speculazioni sulla sua inclinazione sessuale.

Tuttavia, le origini e i motivi dell’adozione di tale soprannome da parte di Bazzi rimangono incerti. Non esistono prove tangibili o documenti storici che confermino o neghino le voci sulla sua omosessualità. La sua reputazione di individuo eccentrico potrebbe aver portato alla creazione di tali pettegolezzi, o il soprannome potrebbe semplicemente essere un riflesso del suo carattere non convenzionale. Come con molte figure storiche, discernere tra realtà e mito può essere complesso.

Vasari, benché non fornisca riferimenti diretti all’omosessualità di Bazzi nel suo “Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani”, emergono dettagli sulle sue peculiarità e comportamenti, alimentando ulteriori pettegolezzi. Vasari, noto per il suo tono spesso pettegolo riguardo agli artisti, fa riferimento alla predilezione di Sodoma per “fanciulli e giovani sbarbati”, suggerendo un’affinità per la compagnia di giovani maschi, che potrebbe essere interpretata come un’allusione velata alla sua omosessualità. Inoltre, Vasari afferma che il soprannome “Sodoma” era legato all’affetto dell’artista per questi giovani, e che Bazzi non solo accettava il nome ma se ne gloriava, componendo e cantando poesie a riguardo.

Con il progredire del tempo, la percezione di Bazzi è cambiata e si è evoluta. Mentre alcuni storici moderni potrebbero essere tentati di interpretare Bazzi attraverso una lente contemporanea, è essenziale ricordare l’importanza di comprendere le figure storiche nel contesto della loro epoca, evitando interpretazioni fuorvianti o anacronistiche.

Giovanni Antonio Bazzi - Autoritratto
Giovanni Antonio Bazzi - Autoritratto

Il legame con Raffaello

È innegabile che Bazzi fosse riconosciuto come un talento nel suo tempo. La sua associazione con Raffaello, uno dei giganti del Rinascimento, ne è una prova. All’interno dell’affresco “La Scuola di Atene” di Raffaello, situato nelle Stanze Vaticane, ci sono molte figure che sono state oggetto di speculazioni in termini di identificazione. È ampiamente accettato che Raffaello abbia incluso se stesso come uno dei giovani sul lato destro dell’affresco. Accanto a lui, c’è una figura che è stata tradizionalmente identificata come Il Sodoma.

Questa interpretazione, basata in gran parte sulle testimonianze di Giorgio Vasari, suggerisce che Raffaello avesse un’alta stima per Il Sodoma, al punto da includerlo nel suo capolavoro tra le grandi menti della storia. La presenza di Il Sodoma nell’affresco potrebbe anche simboleggiare una sorta di “passaggio di testimone” artistico, dato che Il Sodoma aveva precedentemente lavorato nelle Stanze Vaticane prima di Raffaello.

Questo dettaglio, insieme ad altri nell’affresco, mostra quanto Raffaello fosse inserito nel contesto artistico del suo tempo e quanto fosse disposto a riconoscere e onorare i talenti degli altri, anche se erano suoi contemporanei.

Autoritratto di Raffaello con in primo piano ritratto de Il Sodoma
Autoritratto di Raffaello con in primo piano ritratto de Il Sodoma

Stravaganze di Il Sodoma

Oltre al suo talento artistico indiscutibile, Bazzi era noto per le sue eccentricità, che hanno contribuito a creare un alone di mistero attorno alla sua figura.

  1. Animali esotici come compagni: Vasari racconta di come Il Sodoma fosse solito tenere animali esotici, in particolare un babbuino, nella sua casa-studio. Questa bizzarra scelta di compagnia non era comune all’epoca e faceva sì che molte persone lo considerassero un eccentrico.

  2. Comportamento teatrale: Bazzi aveva una naturale inclinazione per la teatralità. Si racconta che spesso mettesse in scena piccoli spettacoli o scherzi, sia per divertire se stesso che per intrattenere i suoi ospiti e clienti.

  3. Stile di vita non convenzionale: Contrariamente a molti dei suoi contemporanei, Il Sodoma non seguiva uno stile di vita tipico di un artista rinascimentale. Vasari lo descrive come una persona che viveva in maniera “stratta e bestiale”, dando l’idea di un individuo che non si conformava alle norme sociali del tempo.

  4. Amore per la poesia e la canzone: Benché fosse principalmente un pittore, Bazzi aveva un amore per la poesia e la canzone. Si dice che spesso componesse versi, alcuni dei quali riguardavano il suo soprannome, “Il Sodoma”, e che cantasse con grande entusiasmo.

Queste peculiarità, unite al suo indiscutibile talento artistico, hanno reso Bazzi una figura unica nel panorama rinascimentale. Sebbene alcune delle sue eccentricità possano essere state esagerate o addirittura inventate, contribuiscono a creare un’immagine affascinante e complessa di un artista che non si conformava agli standard del suo tempo.

Conclusione

La figura di Giovanni Antonio Bazzi, o Il Sodoma, emerge come un mosaico complesso di talento, eccentricità e mistero. Mentre le sue opere parlano da sole, le storie e le leggende che circondano la sua vita ci ricordano quanto sia sfaccettata e inafferrabile la natura dell’arte e degli artisti. È curioso riflettere su come il soprannome “Il Sodoma”, che potrebbe sembrare diffamatorio a prima vista, possa aver giocato a suo favore, permettendogli di distinguersi in un’epoca ricca di artisti di talento. Quel soprannome, che evoca curiosità e dibattito, potrebbe aver assicurato a Bazzi una visibilità che molti suoi contemporanei non sono riusciti ad avere. Nel panorama dell’arte rinascimentale, dove molti nomi sono caduti nell’oblio, il nome “Il Sodoma” continua a risuonare, segno tangibile di come un’appellazione possa, in modo inaspettato, influenzare il corso della storia e la permanenza di un artista nella memoria collettiva.

Marco Mattiuzzi
INVY ART GALLERY

By Marco Mattiuzzi

Artista poliedrico, ex docente e divulgatore, ha dedicato anni all'arte e alla comunicazione. Ha insegnato chitarra classica, esposto foto e scritto su riviste. Nel settore librario, ha promosso fotografia e arte tramite la HF Distribuzione, azienda specializzata nella vendita per corrispondenza. Attualmente è titolare della CYBERSPAZIO WEB & STREAMING HOSTING. Nel 2018 ha creato il gruppo Facebook "Pillole d'Arte" con oltre 65.000 iscritti e gestisce CYBERSPAZIO WEB RADIO dedicata alla musica classica. Collabora con diverse organizzazioni culturali a Vercelli, tra cui Amici dei Musei e Artes Liberales.
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