In una nazione celebre per i suoi geni creativi, Franco Maria Ricci rappresenta una sorta di enigma, una figura che sembra presa da una novella gotica, in cui il protagonista è tanto un custode del passato quanto un architetto del futuro. Nato nel 1937 nella città di Parma, ricca di storia e cultura, Ricci si è fatto strada in un mondo spesso elusivo, diventando un’entità insostituibile nel panorama artistico e culturale italiano.
Scegliendo una carriera come editore e designer grafico, Ricci ha inseguito senza sosta quella cosa eterea chiamata “bellezza”. Come un moderno alchimista, ha trasformato la carta e l’inchiostro in oggetti d’arte, riuscendo ad amalgamare stile, sostanza e un senso profondo di storia nelle sue creazioni editoriali. Con la sua casa editrice, Franco Maria Ricci editore, ha dato vita a volumi che sono diventati più che semplici libri: sono scrigni d’arte, pezzi da collezione che portano l’impronta inconfondibile del suo gusto e della sua visione.
Ma il desiderio di Ricci di cercare e conservare la bellezza non si è limitato al mondo dell’editoria. Egli è stato anche un avido collezionista, un uomo che ha vagabondato attraverso le sale d’asta e i mercati dell’arte con l’occhio di un falco e l’anima di un poeta. La sua collezione è una caleidoscopica testimonianza della sua passione per l’arte, includendo tutto, dalle tele del XVIII secolo ai capolavori moderni. È come se Ricci avesse cercato di catturare l’essenza stessa dell’arte, nel suo continuo viaggio tra passato e presente.
E poi c’è il Labirinto della Masone, quella straordinaria fusione di arte, architettura e natura, forse il punto più alto della sua incessante ricerca della bellezza. Qui, tra le alte pareti di bambù che sembrano toccare il cielo, si avverte la presenza di qualcosa di eterno, di trascendentale. Il labirinto è un luogo che costringe i visitatori a perdersi per ritrovarsi, una meditazione tridimensionale sulla vita e sull’arte.
Franco Maria Ricci ha tessuto insieme i fili dell’arte, della cultura e della bellezza come pochi altri hanno fatto. E anche se ci ha lasciato nel 2020, la sua eredità non è un mero ricordo, ma un sogno vivente che continua a ispirare. In ogni pagina da lui disegnata, in ogni opera d’arte da lui raccolta, in ogni angolo del suo labirinto, echeggia il suo inestimabile contributo alla cultura e all’umanità. E così, come in una novella di Ruiz Zafón, il suo spirito continua a vivere nei meandri delle cose belle che ha lasciato dietro di sé, un eterno visionario in un mondo sempre bisognoso di sogni.
La Collezione: un Viaggio Attraverso l'Eternità dell'Arte
In ogni stanza della sua abitazione e nei corridoi silenziosi del suo museo, la collezione d’arte di Franco Maria Ricci è come una biblioteca di sogni cristallizzati, un catalogo di epoche e sentimenti immortalati in tela e inchiostro. Se il Labirinto della Masone è un monumento alla bellezza della natura e dell’architettura, la collezione di Ricci è un tributo all’ingegnosità e alla creatività umana.
Questa raccolta vasta e eclettica è stata forgiata da un gusto raffinato e da un’intuizione quasi mistica per la qualità artistica. Ricci non si è mai limitato a un periodo o a un genere: il suo amore per l’arte abbraccia il passato e il presente, l’antico e il moderno. Eppure, in mezzo a questa straordinaria diversità, c’è una coerenza sorprendente, come se ogni pezzo fosse una nota in una sinfonia più ampia che solo lui poteva udire.
Nella sua eterna ricerca del bello, il collezionista è sempre stato attratto dai periodi storici in cui l’arte raggiungeva vertici di perfezione tecnica e profondità emotiva. Questi secoli di fervore artistico hanno fornito terreno fertile per opere che trascendono il tempo e lo spazio, comunicando un senso universale della condizione umana. Nella sua collezione, si possono trovare opere che rappresentano sia il classicismo che il modernismo, una dimostrazione tangibile della sua visione olistica della bellezza nell’arte.
Ma oltre alla mera raccolta di opere, la sua è una forma di dialogo con gli artisti che hanno popolato le epoche che tanto ammirava. Questi artisti, sia antichi che moderni, non sono per lui solo nomi da apporre su etichette in una galleria; sono compagni di viaggio in una costante esplorazione estetica. Sono spiriti affini che, attraverso il pennello o lo scalpello, hanno espresso visioni del mondo che risuonano profondamente con la sua propria.
Non è mai stato un collezionista nel senso più riduttivo del termine, ossia qualcuno interessato solo all’accumulo di oggetti. Piuttosto, la sua collezione è un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, un percorso curato con amore e attenzione, che cerca di cogliere l’essenza stessa della bellezza in tutte le sue complesse sfaccettature. La sua era una ricerca che non conosceva limiti né confini, una costante aspirazione a toccare l’eterno attraverso il finito. E in questo viaggio, ogni opera d’arte raccolta diventa una tappa, un momento di sosta dove contemplare il sublime nascosto nella complessità del mondo.
Oltre alle opere d’arte, la collezione si estende anche al mondo dei libri. Come un bibliofilo dedito, Ricci ha raccolto una selezione di libri rari e antichi che sono tanto opere d’arte quanto fonti di conoscenza. Questi volumi, alcuni dei quali risalgono a secoli fa, sono come portali in altre epoche, luoghi e pensieri.
La collezione di Ricci è, in un certo senso, un microcosmo della sua visione del mondo, una manifestazione fisica della sua ricerca della bellezza e del significato. È un’arca che porta con sé il meglio di ciò che l’umanità ha da offrire, un tesoro inestimabile che parla non solo della profondità del suo gusto, ma anche dell’ampiezza della sua curiosità.
In un’epoca dominata dall’effimero e dal fugace, in cui l’arte e la cultura spesso rischiano di essere ridotte a semplici oggetti di consumo, la collezione d’arte di Franco Maria Ricci emerge come un faro nella notte. Non è solo un insieme di opere ma piuttosto una dimostrazione vivente dell’impegno di una vita per la scoperta e la conservazione del bello. Come un faro, guida i visitatori attraverso le tempeste della mediocrità e dell’indifferenza, illuminando un percorso verso un apprezzamento dell’arte che è tanto profondo quanto duraturo.
La sua collezione è simile al suo labirinto in molti modi. Entrambi sono luoghi di esplorazione e scoperta, mondi in cui perdersi è un piacere più che un pericolo. Nel labirinto, ogni svolta potrebbe rivelare una nuova meraviglia o un angolo nascosto di tranquillità. Allo stesso modo, ogni pezzo della sua collezione è una finestra su un altro mondo, un altro tempo, o addirittura un’altra coscienza. Ogni opera è un tesoro che attende di essere scoperto, e la promessa di nuove scoperte è un impegno che viene costantemente onorato.
Quindi, in questo senso, la collezione non è solo un assemblaggio di oggetti fisici. È piuttosto un capitolo in una storia più ampia, quella di un uomo per il quale la ricerca della bellezza non è mai stata un passatempo, ma un credo. Un credo che ha seguito con un impegno e una passione che sono, nel vero senso della parola, eterni. Così, sia nel labirinto che nella collezione, vediamo un microcosmo della sua inestinguibile ricerca di bellezza, un testamento tangibile alla sua fede nella capacità dell’arte di elevarci, di commuoverci e, in ultima analisi, di renderci più umani.
Il Labirinto: un Sogno in Bambù e Pietra
Immaginatevi per un momento di passeggiare in un luogo sospeso tra realtà e fantasia, dove le alte mura di bambù sembrano estendersi all’infinito, come se cercassero di toccare il cielo. È qui, nel cuore della pianura emiliana, che Franco Maria Ricci ha dato vita al suo capolavoro: il “Labirinto della Masone”.
Inaugurato nel 2015, questo labirinto di bambù è una sorta di “Cattedrale della Natura”, il più grande del suo genere al mondo. Non è un semplice gioco di percorsi e sentieri incrociati; è un viaggio spirituale, un’odissea attraverso secoli di cultura e tradizione. Composto da oltre 200.000 piante di bambù di varie specie, il labirinto rappresenta un omaggio all’ingegno umano e alla bellezza della natura.
Il design stesso del labirinto è un inno alla grandezza dell’arte europea, prendendo ispirazione dai labirinti rinascimentali e barocchi che popolano i giardini delle antiche ville italiane e francesi. Ma l’aggiunta di un tocco moderno, una sorta di “anima contemporanea”, lo rende unico nel suo genere.
E come se il labirinto in sé non fosse già un trionfo, al suo interno si nasconde un tesoro ancora più grande: un complesso di edifici che funge da santuario per l’arte e la cultura. Il museo ospita una selezione della vasta e incredibile collezione d’arte di Ricci, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, dando al visitatore la possibilità di immergersi in secoli di creatività umana. Affianco al museo, una biblioteca, dove i libri non sono solo accumulati, ma vengono venerati come reliquie di un passato che ancora respira.
Il Labirinto della Masone è diventato, negli anni, una mecca per i viaggiatori in cerca di bellezza e ispirazione, attirando anime erranti da ogni angolo del globo. È un luogo che vive e respira la visione di Franco Maria Ricci, un’oasi dove l’arte, la cultura e la natura si fondono in un’armonia perfetta, creando un’esperienza quasi mistica.
In questo labirinto, ogni sentiero è una storia, ogni svolta un mistero, e ogni uscita una nuova scoperta. E così, come un moderno Minosse, Franco Maria Ricci ci invita nel suo mondo di meraviglie, un labirinto dove perdersi è, paradossalmente, l’unico modo per ritrovarsi.
Un'Eredità duratura: il Sogno Immutabile di Franco Maria Ricci
In un mondo sempre più soggetto al cambiamento e all’effimero, l’eredità di Franco Maria Ricci è una costellazione di luce perpetua nel firmamento della cultura e dell’arte. Sebbene abbia lasciato il mondo terreno nel 2020, il suo spirito e la sua visione continuano a risuonare nelle mura del Labirinto della Masone, nelle pagine dei suoi libri, e nei tratti delle opere d’arte che ha amato e collezionato.
L’eredità di Ricci è, in molti modi, un’alchimia di materiali e idee, forgiata dal fuoco della sua passione e dalla meticolosità del suo gusto. Non si tratta solo di collezioni fisiche, di opere d’arte o di libri, ma del modo in cui queste cose sono state curate, conservate e presentate al mondo. Egli non era solo un collezionista o un curatore; era un vero e proprio custode della cultura, un uomo che ha visto la sacralità nella bellezza e ha dedicato la sua vita a proteggerla e a esaltarla.
E la sua eredità vive non solo nelle opere che ha lasciato, ma anche nelle persone che ha ispirato. Artisti, scrittori, designer e appassionati d’arte che sono stati toccati dalla sua visione continuano a perpetuare il suo spirito, sia nella creazione di nuove opere che nella conservazione delle antiche. La sua influenza si estende ben oltre i confini fisici delle sue collezioni e del suo labirinto; essa risiede nel tessuto stesso della cultura italiana e mondiale.
C’è qualcosa di quasi mitologico nella storia di Franco Maria Ricci, un uomo che ha trasformato la sua vita in una sorta di opera d’arte complessiva, dove ogni elemento, dalla collezione d’arte al design dei libri, era parte di un mosaico più grande che parlava della sua visione del mondo. E come tutti i grandi miti, la sua storia continua a essere raccontata, reinterpretata e celebrata.
Sarebbe facile dire che l’uomo è scomparso, ma la realtà è che Franco Maria Ricci ha ottenuto una sorta di immortalità. Attraverso il Labirinto, la sua collezione, e l’impronta indelebile che ha lasciato nel cuore di coloro che lo hanno conosciuto e ammirato, egli ha superato la barriera del tempo. La sua eredità è un richiamo costante alla profondità dell’esistenza umana, un monito a cercare e a celebrare la bellezza in tutte le sue forme.
In un mondo spesso privo di meraviglie, Franco Maria Ricci ci ha lasciato un’eredità che è un inno alla meraviglia stessa. Un mondo in miniatura, ma infinitamente vasto nelle sue implicazioni, che continuerà a esistere come simbolo eterno della sua eterna ricerca di bellezza e significato. E in questo, la sua eredità sarà per sempre immortale.