Attenzione, care lettrici e lettori! C’è un’intrusione in atto nel nostro amato mondo dei videogiochi, un atto di oppressione che potrebbe mettere a rischio le nostre preziose ore passate a salvare principesse, combattere mostri alieni e costruire interi mondi pixel per pixel. Parliamo, ovviamente, della censura delle opere d’arte nei videogiochi.
Ah, la censura! Quella forza implacabile che si insinua nelle creazioni artistiche e con un tratto di penna – o, in questo caso, con una linea di codice – trasforma un’opera d’arte in qualcosa di più… palatabile. Qualcosa che non potrebbe mai offendere, turbare, o – il cielo ci aiuti – farci pensare.
Ma chi ha bisogno di pensare, vero? Soprattutto quando stiamo giocando ai videogiochi. Vogliamo forse che i nostri cervelli vengano stimolati mentre tentiamo di evitare un goomba in Super Mario? Certo che no. Quindi, per fortuna, abbiamo i censori per farlo al posto nostro.
E come lo fanno bene! Prendiamo, per esempio, la rimozione delle scene di violenza estrema nei videogiochi. Perché dovremmo essere esposti alla rappresentazione realistica di ciò che accade quando si spara a qualcuno con un bazooka? Non vogliamo certo che i nostri innocenti pasti siano rovinati da immagini così sgradevoli, giusto?
E poi c’è la censura delle scene di nudo e sessualità. Perché dovremmo essere costretti a guardare pixel che simulano atti sessuali? Chi vuole vedere roba del genere? Non noi, i veri gamer, che preferiamo concentrarci sulle cose serie, come sparare ad alieni e raccogliere tesori virtuali.
E che dire delle opere d’arte censurate perché considerate offensive per alcune culture? Questo è davvero il colmo. Come potremmo mai giocare in pace sapendo che da qualche parte, in qualche remoto angolo del mondo, qualcuno potrebbe essere offeso da un’immagine o da un personaggio nel nostro videogioco? Non ci potremmo perdonare mai.
Davvero, è un sollievo sapere che ci sono persone là fuori che si prendono la briga di decidere cosa sia o meno appropriato per noi. Perché, dopotutto, chi meglio di loro può capire cosa sia giusto per il nostro delicato senso estetico?
In conclusione, affermiamo con orgoglio: “Viva la censura!” Che continui a proteggerci da noi stessi, a preservarci da quegli aspetti della vita reale che potrebbero turbare la nostra tranquilla esistenza virtuale. E se dovessimo mai sentire il bisogno di affrontare argomenti complessi, controversi o stimolanti… Beh, potremmo sempre leggere un libro.