Il mio aneddoto, che spero vi strapperà un sorriso, prende spunto dal busto “Salvator Mundi” di Gian Lorenzo Bernini, situato nella basilica di San Sebastiano fuori le mura a Roma. Questa scultura, una delle ultime opere del maestro barocco, incarna la summa dell’arte berniniana, un’opera di straordinaria bellezza e profondità.
Diversi anni fa, mi trovavo in attesa di esplorare le catacombe di San Sebastiano, assieme a mia sorella, nella basilica. Qui, mentre una guida accompagnava un gruppo di visitatori davanti al “Salvator Mundi”, chiedeva loro di indovinare l’autore dell’opera. Nessuno sembrava conoscere la risposta, quindi la guida, con evidente orgoglio, svelava che si trattava di un’opera di Bernini.
Dopo questo breve intermezzo, iniziò la nostra visita guidata. Era un tour intimo, solo io e mia sorella, che ci permise di ricevere spiegazioni dettagliate e di soffermarci ampiamente nelle catacombe. Una volta tornati alla basilica, la guida ci condusse davanti al famoso busto di Bernini e, ripetendo lo stesso rituale, ci chiese se riconoscevamo l’autore.
Con un pizzico di malizia, ricordando la lezione ascoltata in precedenza, mi gonfiai d’importanza e affermai che doveva trattarsi di un’opera matura del grande Bernini. La guida, sorpresa e ammirata, mi chiese se fossi un esperto d’arte. Stavo per confermare con orgoglio la mia presunta competenza artistica, quando mia sorella, con un tono scherzoso e irriverente, rivelò che avevo sentito la risposta dalla stessa guida poco prima.
L’ammirazione della guida per la mia conoscenza artistica si dissolse immediatamente, così come il mio orgoglio. In quel momento, mi sentii un po’ come una mongolfiera che perde aria – un’esperienza umiliante, ma anche divertente, che dimostra come le sorelle possano essere le migliori alleate nell’arte del disincanto!