Sotto il cielo eterno di Venezia, con le sue calli strette e i canali serpeggianti, si cela una storia affascinante, una storia di un uomo la cui creatività ha solcato le acque del tempo come una gondola sulla laguna. Hugo Pratt, un artista poliedrico, ha dipinto con le parole e i disegni un mondo di avventure attraverso il suo indomito Corto Maltese, ma c’era un altro amore che aveva nutrito nel suo cuore: Venezia.
La città delle meraviglie, con le sue pietre antiche e le sue storie secolari, aveva affascinato l’anima errante di Pratt. Questo uomo, un poeta con la matita, aveva esplorato ogni vicolo nascosto e aveva brindato in osterie affumicate con gli amici. Ma il suo vero omaggio alla Serenissima si nascondeva tra le pagine dei suoi fumetti.
Nel cuore di questa città magica, ho avuto l’onore di imbattermi in una delle sue creazioni più straordinarie: la Libreria Acqua Alta. Un luogo dove i libri, ammassati senza apparente ordine, sembravano essere cresciuti in modo organico come alghe sulla riva del Canal Grande. Era lì, tra quei volumi antichi e profumati di storia, che ho trovato “Favola a Venezia”, un racconto di Corto Maltese intrecciato con i misteri della massoneria, un mondo parallelo di segreti che solo Pratt poteva dipingere con la sua matita magica.
Le tavole erano un’ode a Venezia, un viaggio nel tempo fino all’epoca fascista. Con ogni pennellata, Pratt riportava in vita luoghi familiari e segreti, campi e chiese, ponti e statue. Era come se le pagine stessero respirando, portando con sé gli odori dell’antica Venezia e i suoni dei suoi abitanti.
Ma ciò che mi ha affascinato di più erano quegli angoli quasi nascosti, tesori nascosti come gemme preziose in una cassetta segreta. Erano luoghi riservati solo a chi conosceva Venezia intimamente, a chi aveva scavato sotto la superficie di una città che custodiva i suoi segreti con gelosa passione.
I campielli appartati, piccole piazze segrete circondate da antichi edifici dai muri sbrecciati, erano come gioielli dimenticati nel cuore della città. Qui, la quiete regnava sovrana, e i riflessi dorati del sole filtravano attraverso le foglie delle piante rampicanti che si arrampicavano lungo i muri. Era un luogo dove il tempo sembrava fermarsi, dove si poteva sedersi su una panchina di legno antico e semplicemente contemplare la bellezza discreta di Venezia.
I pozzi silenziosi, circondati da vecchie pietre levigate dal tempo, erano come antiche fonti di saggezza che avevano visto passare secoli di storie. Qui, l’acqua scura e riflessiva sussurrava segreti incompresi agli orecchi attenti. Era come se ogni pozzo nascondesse una parte della storia di Venezia, una parte che solo chi si avventurava in quei vicoli nascosti poteva scoprire.
Le vecchie porte, ornate di ferramenta arrugginite e segni del passato, celavano giardini segreti, angoli di paradiso lontani dalla folla di turisti. Dietro di esse si apriva un mondo di verde lussureggiante, con fiori dai colori vivaci e alberi secolari che sembravano custodi di antichi segreti. Era un rifugio dalla frenesia della città, un luogo dove la natura e l’arte dell’uomo si fondevano in una simbiosi armoniosa.
Le osterie accoglienti erano come taverne del tempo passato, dove il rumore delle conversazioni era un sottofondo melodioso e il profumo di cibo delizioso riempiva l’aria. Qui, il tempo non aveva fretta, e ci si poteva sedere a un tavolo di legno consumato dal tempo, sorseggiando un bicchiere di vino e condividendo storie con gli amici o gli sconosciuti di passaggio. Era una Venezia autentica, lontana dal turismo di massa, dove l’ospitalità era sincera e il sorriso dei gestori ti faceva sentire a casa, senza alcun obbligo di consumare.
Questi erano i tesori nascosti che Hugo Pratt aveva catturato con maestria nelle sue tavole, trasformando la Venezia intima e autentica in un’opera d’arte immortale. Erano luoghi che, anche oggi, attendono pazientemente coloro che hanno il tempo di scoprirli, di ascoltare le loro storie sussurrate e di immergersi nell’incanto eterno di Venezia.
Oggi, quel mondo sembra scomparso, come un’opera d’arte che sbiadisce col tempo, le sue sfumature sfumano nel passato come i colori di un antico affresco consumato dall’umidità e dall’età. La Venezia autentica, descritta così vividamente nelle tavole di Hugo Pratt, sembra essere sfuggita alle grinfie del turismo di massa, lasciando spazio a una città diversa, moderna ma forse un po’ più distratta dalle sue radici.
Tuttavia, c’è una leggenda che aleggia tra le calli e i canali di Venezia, una leggenda che offre una speranza di riscoprire quei segreti sepolti sotto l’acqua della laguna. Si dice che i gatti di Venezia siano gli ultimi custodi di queste storie, creature misteriose e silenziose che vagano per la città con gli occhi che sembrano raccontare millenni di segreti.
Forse, se si ha il tempo di sostare ai bordi di un antico pozzo o di sedersi silenziosamente su una panchina solitaria in uno dei campielli appartati, i gatti di Venezia si avvicineranno con passo felpato. In quel dialogo sussurrato tra l’arte e la magia di questa città eterna, essi potrebbero decidere di condividere una storia o un segreto, un frammento di quella Venezia autentica che continua a vivere nel loro cuore felino.
Venezia, con le sue calli antiche e le sue misteriose vicende sepolte sotto l’acqua, continua a ispirare gli artisti come Hugo Pratt a dipingere il suo incanto nei cuori di coloro che la amano. Anche se il mondo cambia e le acque della laguna continuano a salire, il fascino eterno di questa città unica persiste, pronto a incantare e a svelare i suoi segreti a coloro che sono disposti ad ascoltarli.