È trascorso un anno dalla scomparsa di Piero Angela, un pilastro della divulgazione scientifica, e il vuoto lasciato è sotto gli occhi di tutti. La vasta comunità televisiva da lui creata nel corso di mezzo secolo di dedizione alla divulgazione scientifica ha preso strade diverse, ma sempre sotto l’ombra del suo insegnamento. Questo cambiamento potrebbe essere stato ciò che lui stesso aveva previsto, poiché aveva sempre lavorato per formare nuove generazioni di comunicatori.
I fedeli spettatori di Piero Angela, molti dei quali divenuti anche assidui lettori, hanno sentito la crepa dell’assenza. Scegliendo di guardare una puntata di “SuperQuark” o di immergersi in una delle sue opere, avevano sempre cercato un’esperienza elevata, una profonda connessione con la conoscenza. In questi tempi, tale connessione è ancora più preziosa, data la sfiducia crescente nella scienza in seguito a pandemie e crisi ambientali.
In un contesto in cui la distinzione tra fatti reali e opinioni diventa sempre più sfumata, la chiarezza e l’autorevolezza di Piero Angela avrebbero sicuramente fatto la differenza. Non tanto per influenzare chi opera in mala fede, ma per illuminare sinceramente coloro che cercano la verità.
Egli aveva un talento innato nel rendere comprensibili argomenti complessi, facendo sempre affidamento su una rete di esperti rigorosamente selezionati. Ciò gli permetteva di presentare la scienza con un tono rassicurante, mettendo sempre in evidenza il suo valore intrinseco, anche a costo di affrontare critiche occasionali.
Piero Angela aveva la rara capacità di sostenere un dibattito genuino, evitando di cadere nella trappola dei circoli mediatici. Benché fosse consapevole dei pericoli e delle distorsioni dell’informazione moderna, come suggerito dalle riflessioni di personalità come Umberto Eco, manteneva sempre un approccio equilibrato e rispettoso.
L’etica di Piero nel campo della divulgazione era ineguagliabile. Anche senza una formazione strettamente scientifica, ha trasformato il paesaggio della comunicazione in questo campo, elevandolo da un semplice passatempo a una vera e propria vocazione.
Nel contesto attuale, turbolento e incerto, la mancanza della sua guida e della sua presenza serena si fa sentire profondamente. Eppure, l’eredità e l’essenza di ciò che ha lasciato continua ad essere una luce guida per tutti coloro che si avventurano nel profondo mare della divulgazione e dell’apprendimento.