Navigando attraverso i mari dei tempi e delle ere, veniamo trasportati indietro, fino ai tempi medievali, da una ballata che ci ricorda la nostra morte imminente: Memento Mori. Una creazione che nasce dalla penna e dalla passione per la storia di Marco Mattiuzzi, un talento poliedrico la cui arte spazia dalla letteratura alla musica, dalla fotografia alla grafica.
Marco Mattiuzzi affronta il macabro, affascinante e universale tema della mortalità con una sensibilità unica. Il richiamo alla morte, che risuona in ogni strofa, è in realtà un invito a contemplare la vita, a riconoscere la sua precarietà e a viverla pienamente.
La ballata, in tutto il suo oscuro splendore, si apre con un invito: “Ascoltate, genti, dell’alto e del basso rango“. È una chiamata all’umanità nel suo complesso – dai nobili ai contadini, dai santi ai briganti. Con maestria, Mattiuzzi ci ricorda che la morte non fa distinzioni di classe o di condizione sociale, che il destino di tutti noi è inevitabilmente il medesimo.
La sua opera è imbevuta di immagini e temi medievali, rafforzati dalle sue numerose opere grafiche che raffigurano i memento mori. Queste creazioni, caratterizzati da un’impressionante fusione di colori oscuri e simboli macabri, servono da perfetto accompagnamento alla sua ballata, arricchendo il discorso con un tetro memento visuale.
Mattiuzzi utilizza la figura della Morte come una danzatrice mesta, che conduce un tetro ballo al quale nessuno può sottrarsi. Con queste immagini poetiche e potenti, ci svela un messaggio di eguaglianza universale: di fronte alla morte, tutti siamo uguali.
Il ritornello ricorrente, “Memento Mori, ricorda il tuo fine“, è un monito severo ma necessario. Non è tanto una preoccupazione per la morte quanto un richiamo alla vita, una sveglia per tutti noi per non dare per scontato il tempo che abbiamo.
Al termine di ogni strofa, ci invita a considerare la nostra morte imminente – “Né la bellezza né la forza possono proteggerti, Davanti alla Morte, tutti devono piegarsi“. È un richiamo a riflettere sulla nostra mortalità, a riconoscere la brevità della nostra esistenza e ad abbracciare l’unico momento che realmente possediamo: l’adesso.
Attraverso la sua ballata, Marco Mattiuzzi riesce a trasformare un tema che molti considererebbero scomodo o spaventoso in un ricco tessuto di riflessione e consapevolezza. Non ci invita alla paura, ma all’accettazione; non ci incita alla tristezza, ma alla contemplazione. Il suo lavoro, infuso di passione per la storia e l’arte, è un viaggio emozionante attraverso le verità universali dell’esistenza. Una danza con la Morte, dove ogni passo è un ricordo della vita.
“Scritto da Veritas Artifex, critico d’arte indipendente.”
Memento Mori
Ascoltate, genti, dell’alto e del basso rango,
Vengo a raccontare di un fato a tutti pari,
Nobili, contadini, santi e briganti,
Nessuno è risparmiato dall’inesorabile mietere.
Ecco la Morte, mesta danzatrice,
Che conduce tutti nel suo tetro ballo,
Re e regine, stolti e saggi,
Devono seguirne il lugubre passo.
Memento Mori, ricorda il tuo fine,
Nell’ora della nascita si nasconde la tua fine,
Né oro né argento ti possono salvare,
Davanti alla Morte, tutti sono uguali.
Dal trono più alto alla capanna più bassa,
Il tuo destino finale è una fredda fossa,
Ricorda, o uomo, che sei polvere,
E alla polvere tornerai, senza più riserve.
La morte viene, con falce affilata,
Nessuna preghiera la può allontanare,
Il ricco e il povero, il giovane e l’anziano,
Nel suo nero manto troveranno riposo.
Memento Mori, ricorda il tuo fine,
Dai tuoi primi vagiti si delinea la tua fine,
Né titoli né terre ti possono difendere,
Davanti alla Morte, tutti devono cedere.
La Morte è il grande livellatore,
Il tuo rango e il tuo onore, per lei non hanno valore,
Nell’ora del giudizio, non esiste distinzione,
La Morte viene per tutti, è l’ultima lezione.
Memento Mori, ricorda la tua sorte,
Nella culla si cela la tua morte,
Né la bellezza né la forza possono proteggerti,
Davanti alla Morte, tutti devono piegarsi.
Ascolta, o uomo, questo monito severo,
La Morte è l’unica certezza, non c’è errore,
Il tuo tempo è breve, il tuo fine è sicuro,
Ricorda, o uomo, che sei solo un sopito futuro.
© Marco Mattiuzzi