La Lapide Funeraria di Pietro Bucini nella Basilica di Sant’Andrea a Vercelli: Un’Eredità di Pietra e Fede

Un’epigrafe del 1603 nella Basilica di Sant’Andrea racconta la storia di Pietro Bucini e il suo legame con la Chiesa di Vercelli.
Lapide Funeraria di Pietro Bucini nella Basilica di Sant’Andrea a Vercelli
Lapide Funeraria di Pietro Bucini nella Basilica di Sant’Andrea a Vercelli

La Bellezza dei Dettagli Dimenticati

Mi piace soffermarmi sui particolari, su quegli elementi che spesso sfuggono allo sguardo distratto di chi passa. Dettagli silenziosi, non appariscenti, che non attirano immediatamente l’attenzione, ma che racchiudono storie, frammenti di vite vissute, tracce di un passato che ancora respira tra le pietre.

Le iscrizioni sepolcrali, in particolare, hanno sempre esercitato su di me un fascino particolare. Non sono solo testimonianze storiche, ma anche memorie etiche, voci di chi ha vissuto, amato, sofferto, lasciato un segno nel mondo. Chi era quella persona? Cosa ha fatto? Chi ha amato? Quale eredità ha lasciato? Domande che spesso restano senza risposta, ma che possono trovare indizi scolpiti nella pietra.

È con questo spirito che, durante una visita alla Basilica di Sant’Andrea a Vercelli, gioiello dell’architettura gotica cistercense, il mio sguardo si è posato su una lapide incastonata nel muro. Un’iscrizione antica, un nome, una data, uno stemma: indizi di un’esistenza che meritava di essere riscoperta.

L’epitaffio appartiene a Pietro Bucini, esponente della nobile famiglia Buronzo, morto il 5 novembre 1602. Questo monumento non è solo una semplice sepoltura, ma un documento storico inciso nella pietra, un frammento di memoria che ci permette di gettare uno sguardo sulla sua vita e sul legame che ebbe con la comunità ecclesiastica vercellese. La lapide, realizzata nel 1603, fu posta dai Canonici Lateranensi in segno di riconoscenza.


Una Lettura dell’Epitaffio

L’epitaffio principale è incorniciato da un’iscrizione che corre lungo i bordi della lapide, riportando il nome del defunto, la sua origine nobiliare e la data della sua morte.

    • D. PETRUS BUCINUS → “Don Pietro Bucini” – D. indica un titolo di rispetto, segno di una posizione elevata nella società.

    • EX DOMINIS BURONTII → “Della famiglia dei Buronzo” – Questo conferma che Pietro Bucini apparteneva a un ramo della nobile famiglia Buronzo, una delle casate più influenti del Piemonte medievale e rinascimentale.

  • OBIIT DIE V NOV. MDCII → “Morì il 5 novembre 1602” – Questa è la data esatta della sua morte.

Segue all’interno un’epigrafe più elaborata:

PARS PETRI PETRA TECITUR, PARS ALTERA CŒLO.
(Una parte di Pietro è coperta dalla pietra, l’altra è in cielo.)

Un raffinato gioco di parole tra “Petrus” (Pietro) e “petra” (pietra), a simboleggiare la separazione tra corpo e anima.

FORTUNÆ PARTEM POSSIDET ECCLESIA
(La Chiesa possiede una parte della sua fortuna.)

Questa frase suggerisce che Pietro Bucini lasciò parte delle sue ricchezze alla Chiesa, segno del suo legame con l’istituzione religiosa e della sua posizione di rilievo.

CAN. REG. LAT. GRATI HÆREDES POSUERE
(I Canonici Regolari Lateranensi riconoscenti hanno posto [questa lapide].)

Poiché l’epitaffio è stato dedicato dai Canonici Lateranensi, possiamo ipotizzare che Bucini fosse legato a loro, forse come membro della comunità ecclesiastica o come benefattore. 

AN. DNI. 1603
(Anno del Signore 1603.)

Probabilmente l’anno in cui la lapide fu realizzata e posta dai Canonici Lateranensi in onore del defunto.

Lapide Funeraria di Pietro Bucini nella Basilica di Sant’Andrea a Vercelli

Lo Stemma Araldico sulla Lapide: Un Segno di Memoria e Potere

Al centro dell’epigrafe, scolpito con mano esperta, si distingue uno stemma araldico, incorniciato da volute barocche. Un simbolo che il tempo ha eroso ma non cancellato del tutto, come se volesse ricordarci che la storia non scompare, ma si cela nelle pieghe della pietra, aspettando occhi attenti che sappiano leggerla.

L’araldica, un tempo, era più di una semplice decorazione: rappresentava identità, lignaggio, appartenenza. Un segno distintivo che parlava senza bisogno di parole, raccontando la posizione sociale e il ruolo di un individuo nel mondo.

Sebbene oggi la società si muova su altri codici, con altre forme di riconoscimento e potere, nel passato questi stemmi erano passaporti per l’eternità, lasciati affinché le generazioni future potessero ancora ricordare.

Una Memoria Incisa nella Pietra, un Messaggio per il Presente

Questa lapide non è solo una tomba, è una voce che attraversa i secoli. Un frammento di storia scolpito nella pietra, ma anche un segno di come il passato tenti sempre di dialogare con noi, anche quando non ce ne accorgiamo.

La presenza di questa sepoltura nella Basilica di Sant’Andrea non è casuale: la Chiesa, nei secoli, è stata non solo centro spirituale, ma anche istituzione di potere e di memoria. Chi veniva sepolto nei suoi spazi sacri lasciava un segno, una dichiarazione: il suo nome non sarebbe stato dimenticato.

Eppure, oggi, quante persone si fermano davvero davanti a un’epigrafe? Quanti leggono quei nomi e provano a immaginare le vite dietro di essi?

Queste iscrizioni non erano semplici formule, ma strumenti per tramandare prestigio, fede, eredità spirituale. Oggi ci parlano ancora, se siamo disposti ad ascoltare.

E allora, mentre camminiamo tra le navate della Basilica di Sant’Andrea, possiamo ancora osservare questa pietra incisa più di quattro secoli fa, un testimone silenzioso di un mondo che sembra lontano, eppure continua a raccontarci qualcosa.

Forse, alla fine, è proprio questo il senso della memoria: non un passato che si spegne, ma un presente che continua a interrogarci

Marco Mattiuzzi
——————
Le mie opere su Invyartgallery: https://www.invyartgallery.it
Il mio BLOG: https://www.estrosfere.it
I miei libri su Amazon: https://www.mattiuzzi.net/book

By Marco Mattiuzzi

Artista poliedrico, ex docente e divulgatore, ha dedicato anni all'arte e alla comunicazione. Ha insegnato chitarra classica, esposto foto e scritto su riviste. Nel settore librario, ha promosso fotografia e arte tramite la HF Distribuzione, azienda specializzata nella vendita per corrispondenza. Attualmente è titolare della CYBERSPAZIO WEB & STREAMING HOSTING. Nel 2018 ha creato il gruppo Facebook "Pillole d'Arte" con oltre 65.000 iscritti e gestisce CYBERSPAZIO WEB RADIO dedicata alla musica classica. Collabora con diverse organizzazioni culturali a Vercelli, tra cui Amici dei Musei e Artes Liberales.
Per ulteriori info clicca qui.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Posts

error: Content is protected !!