All’ombra delle vestigia che narrano la storia, il Museo Leone di Vercelli si è trasformato, per un istante, in un tempio moderno dell’arte fotografica con l’apertura della mostra “Kouros”. A guidare il rito l’obiettivo di Salvatore Giò Gagliano e l’anima del modello Marco Canella.
La mostra è un dialogo diviso tra due modalità espressive: la carnalità del colore e la contemplazione del bianco e nero. Le fotografie a colori, esposte nella Sala d’Ercole, parlano la lingua dell’oggi, un linguaggio che si può quasi sentire sulle dita: è la texture della pelle, è la palpabilità delle emozioni, è la vulnerabilità dell’esistenza che sfida la lente a catturare ogni sfumatura di resistenza e ardore. L’eroismo di Ercole riecheggia nelle fotografie di Canella: come l’antico eroe, anch’egli si confronta e supera le sue prove, non dodici ma personali e altrettanto ardue.
Poi, c’è il silenzio eloquente del bianco e nero. Queste immagini, sparse nelle sale storiche del museo, sono di una bellezza austera, scolpita in luci e ombre che rimandano agli ideali classici. Sono icone prive di tempo, che, come le statue antiche ormai spogliate dei loro colori vivaci, catturano l’essenza immutabile di ciò che è bello. La luce morbida e l’ombra calcolata in queste opere donano a Marco una dignità quasi mitologica, trasformandolo da soggetto a simbolo di un’estetica che trascende i secoli.
La decisione di posizionare le opere colorate nella sala dedicata ad Ercole, emblema della forza e dell’azione, è di per sé una mossa geniale. Le fotografie catturano l’intensità del vissuto di Canella, una fisicità potente che parla di lotta e superamento, di dolore trasformato in forza – temi che risuonano profondamente nell’ambiente dedicato alla divinità delle imprese sovrumane.
In un gioco di spazi e significati, “Kouros” diventa non solo una mostra, ma un racconto che naviga tra la temporalità del colore e l’atemporalità del bianco e nero. Gagliano ci invita a leggere una storia, non solo quella di Marco, ma anche quelle dei nostri segni di battaglie vinte e di sfide in corso.
È una mostra che merita di essere visitata, non solo per l’indubbio valore artistico delle opere esposte, ma anche per l’esperienza emotiva che promette di offrire. “Kouros” è un inno alla bellezza, una dimostrazione di come, anche di fronte all’avversità, l’umanità possa elevarsi e diventare arte.