Il 25 aprile rappresenta una data simbolica nella chiesa cristiana, dedicata alla commemorazione di San Marco evangelista, una figura che merita attenzione non solo per il suo ruolo fondamentale come uno dei quattro evangelisti, ma anche per il profondo impatto culturale e storico che ha esercitato su città come Venezia. Nato intorno al 20 d.C., forse in Israele o Cipro, San Marco morì ad Alessandria d’Egitto nella seconda metà del I secolo.
San Marco è universalmente riconosciuto come l’autore del Vangelo secondo Marco e viene venerato come patriarca e primo vescovo di Alessandria dalla chiesa copta, oltre che come santo dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa. Le sue iconografie sono fortemente simboliche: il leone alato e il libro sono attributi che lo identificano immediatamente, simboli che hanno anche trovato una seconda casa nella splendida città di Venezia.
La storia del trasporto delle reliquie di San Marco da Alessandria a Venezia è avvolta in un alone di mistero e intrighi. Nel 828, due audaci mercanti veneziani, Buono da Malamocco e Rustico da Torcello, orditi dal doge Giustiniano Partecipazio, riuscirono a trafugare questi sacri resti, nascondendoli sotto ortaggi e carne di maiale per sfuggire agli occhi dei saraceni. Questo furto non solo è emblematico del coraggio e dell’ingegnosità veneziana, ma segna anche l’inizio di una nuova era per la città lagunare, che vide erigersi una basilica in onore del santo.
Nel 832, accanto al Palazzo Ducale, sorse la prima chiesa dedicata a San Marco, poi sostituita da nuovi edifici fino alla basilica attuale, completata nel 1094. Tuttavia, la posizione esatta delle reliquie divenne nel tempo un mistero, tanto che si narra che solo dopo tre giorni di incessanti preghiere e processioni esse riemersero miracolosamente da un pilastro della basilica.
Curiosamente, nel 1811, durante una verifica delle condizioni delle reliquie per proteggerle da potenziali inondazioni, furono scoperti due corpi. Il ritrovamento poneva nuovi interrogativi: era davvero quello il corpo di San Marco? Questa scoperta ispirò anche il ricercatore britannico Andrew Michael Chugg, che ha avanzato l’ipotesi che uno dei corpi potesse essere quello di Alessandro Magno, data la vicinanza tra il luogo di sepoltura dell’evangelista e la camera funeraria del celebre conquistatore.
Questa vicenda, con i suoi intrecci tra sacro e profano, non solo testimonia la storia millenaria di Venezia come crocevia di culture, ma evidenzia anche l’incredibile potere delle narrazioni e delle leggende nell’arricchire il nostro patrimonio culturale. La Basilica di San Marco, con i suoi rilievi bizantini e i simboli della dinastia di Alessandro, rimane un monumento che non cessa di affascinare e di stimolare la curiosità storica. Intrisa di mistero e devozione, ci offre uno sguardo affascinante sulla capacità di Venezia di fungere da ponte tra l’Oriente e l’Occidente, celebrando così un’eredità che continua a incantare e ispirare visitatori da tutto il mondo.