l’eterna battaglia tra l’arte e la censura, dove le conchiglie dorate coprono le verità della natura, come se la vista di un capezzolo potesse rovinare le menti più di un assassinio virtuale. Mi avventuro in questa riflessione, ammiccando a te, caro lettore, perché ora ci troviamo in un crocevia culturale dove il gioco e l’apprendimento si incontrano, con un pizzico di ironia sulla censura.
Iniziamo dalla lodevole iniziativa di “Artonauti”, un album di figurine, che, come un cavallo di Troia dell’istruzione, porta l’arte nelle mani dei bambini. Si parte dalle grotte di Lascaux, un viaggio attraverso i secoli, che tocca l’Egitto, la Grecia, Roma, e si immerge nelle correnti artistiche che hanno plasmato il nostro mondo visivo. Ogni figurina, un portale verso un’era, dove Giotto, Michelangelo, e Van Gogh diventano compagni di giochi.
E poi c’è “Assassin’s Creed”, un capolavoro di narrazione e design, dove il dettaglio storico regna sovrano, tranne quando si tratta di capezzoli e genitali. Oh, la censura! Come un colpo di spada che taglia il nastro della realtà, lasciando i giocatori in un limbo di realismo incompleto. Le conchiglie dorate diventano simboli di un puritanesimo moderno, un tentativo di nascondere ciò che è naturalmente umano.
Ecco che appare il paradosso: gli assassini digitali si aggirano in città storiche dettagliate, mentre i capezzoli e i genitali delle statue vengono censurati, come se l’arte nuda fosse più pericolosa del simulare un omicidio. Ironicamente, mentre i più giovani sono esclusi dalla visione della nudità artistica, assumono con nonchalance il ruolo di assassini virtuali.
Ma l’arte, come l’acqua, trova sempre la sua strada. Proprio come con “The Sims”, dove gli appassionati hanno creato patch per rimuovere la censura, anche gli amanti di “Assassin’s Creed” cercano soluzioni per riportare le opere d’arte al loro stato originale. La rete diventa un labirinto di soluzioni clandestine, un piccolo atto di ribellione contro il puritanesimo digitale.
In questa tessitura di arte, gioco e censura, sorge una domanda: quale impatto avranno queste scelte sulla percezione dell’arte e della storia nei giovani? Speriamo che “Artonauti” possa offrire un contropeso, mostrando che l’arte, nella sua forma più pura e senza conchiglie dorate, è uno strumento di apprendimento e di piacere, non qualcosa da cui proteggersi.
E così, mentre Facebook sfoglia il suo regolamento sul nudo, sperando di non inciampare in un capezzolo ribelle, noi continuiamo a navigare tra arte, cultura e un pizzico di censura, chiedendoci se stiamo proteggendo o limitando le menti del futuro.
Buongiorno, potrei inviarvi il comunicato stampa (e il nuovo album Artonauti Arte&Scienza se vi fa piacere)?
Samantha Mattiuzzi, web marketer Artonauti
Buongiorno e grazie per la proposta, che senz’altro viene accettata
Tra l’altro vedo che di cognome fa “Mattiuzzi” come me… che bella coincidenza!